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In the previous issues of rAn we have often dealt with materials not too polished; we have not slighted any printing, convinced that also from modest publications is possible to obtain something useful. All our sources put the mythical (without any emphasis) "Cronaca Vera" [a very popular magazine in Italy] at the honour place among the garbage press and you will find something about this and other similar junk publications. For the Tunings we propose an unpublished, a few dated, that regards our Godz darling.
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rAn, n.9, dicembre 1995

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per la liberazione dell'intelligenza

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Nei numeri precedenti di rAn ci siamo occupati spesso di materiali comunicativi non troppo puliti e non abbiamo mai disdegnato alcuna fonte convinti che anche dalla piu' piccola pubblicazione sia possibile trarre qualcosa di utile. Ci e' sembrato quindi giunto il momento di sottoporre direttamente qualche prodotto trash alla nostra "autopsia". Tutte le nostre fonti riconoscono al mitico (senza alcuna enfasi) "Cronaca Vera" un posto d'onore nella categoria spazzatura ed infatti piu' avanti troverete qualche idea in proposito, ma il settore cartaceo, che e' quello sul quale ci siamo maggiormente esercitati, e' fin troppo ricco di pubblicazioni molto piu' marginali e del piu' puro stile trash come potrete constatare voi stessi.

Per le Sintonie abbiamo un inedito che, anche se un poĠ datato, valeva la pena di tradurre visto che riguarda il nostro caro Godz e il Domino incrocia discorsi partiti su altre pubblicazioni. Non possono mancare le Gocce ed i Feticci / Commenti, per questi ultimi ringraziamo i compagni del "Pecora Nera" di Verona per averci fornito i materiali ed invitiamo altri a fare lo stesso.

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autopsie

E' L'IMMONDIZIA CHE VI SEPPELLIRA'

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Per prima cosa avvertiamo i lettori che eviteremo di dare una qualsiasi definizione di "trash" che, per quanto esaustiva possa essere, non si adatterebbe mai completamente a quello che, comunque lo si voglia (o non voglia) definire, e' principalmente uno stile, inteso come qualcosa che permea tutto, dalla pellicola cinematografica all'alimentazione, dalla stampa (che e' l'oggetto principale della nostra attenzione) alla moda.

Termine alla moda per eccellenza, spesa con generosita' sia in ambienti chic che proletari, lo stile trash si insinua dappertutto e resiste, pervicacemente, anche agli sforzi che si fanno per evitarlo: un po' come l'inevitabile battuta dell'amico - attesa da tutti - che piomba sulla conversazione a decretarne la fine prematura.

Per gli osservatori piu' sofisticati e' indispensabile distinguere il trash, dal kitsch e dal camp. Banalizzando volutamente qualsiasi discriminante avremo, nella migliore/peggiore ipotesi, che il primo termine viene utilizzato per definire stili di centro, il secondo stili di destra ed il terzo stili di sinistra. Quello che solo raramente viene notato e' che possiamo incasellare uno stesso evento in tutte e tre le categorie senza correre il rischio di sbagliare.

Il mezzobusto Emilio Fede ci sembra che fornisca un esempio particolarmente calzante: da qualsiasi parte lo si prenda va bene ed e' possibile considerarlo interessante da sinistra, da destra o da centro. In altre parole, per gli irriducibili della satira e' una fonte spettacolare notevole ("hai visto Fede, che trash!"), per la middle class nostalgica delle sue imprese ai tempi della Rai e' sempre un "ottimo professionista" (anche se un po' "kitsch") e, infine, per quelli piu' estremisti e' solo uno che recita tanto bene la parte che ha scelto (alimentando un cosiddetto "effetto camp").

Recentemente, un cultore della materia (vedi letture consigliate) ha proposto cinque tratti che dovrebbero distinguere il trash "originale" dalle sue imitazioni: 1) la liberta' di espressione; 2) la contaminazione; 3) l'incongruita'; 4) il massimalismo; 5) l'emulazione fallita. Sebbene interessante ci sembra comunque errato ridurre lo stile trash ad appena cinque tratti e infatti negli articoli presenti in questo numero di rAn se ne potranno certamente trovare degli altri.

Un altro settore da prendere in attenta considerazione trattando del trash e' quello delle pubblicazioni non conformiste, dove - per carita' di patria - non abbiamo osato (almeno per ora...) avventurarci troppo, forse chissa' anche per la paura di trovarci faccia a faccia con il "doppio" di rAn.

Pepsy

Letture consigliate:

- T. Labranca, Andy Warhol era un coatto, Castelvecchi, 1995.

- G. Salza, Spazzatura, Theoria, 1994.

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autopsie

UNA CONTROINFORMAZIONE BESTIALE

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L'uomo volgare agisce come tutti e non va d'accordo con nessuno
Hofmannsthal

L'esistenza del giornalismo moderno si giustifica da se' alla luce del principio di Darwin della sopravvivenza dei piu' volgari.
Oscar Wilde

Nessun mass-mediologo di tendenza se ne e' mai occupato, cosi' come nessuno di quanti si interessano di comunicazione sociale, eppure da 26 anni c'e' in Italia un settimanale popolare di "politica, attualita' e cultura" che non sembra conoscere crisi; basti pensare che, con 56 pagine, 3 colori e meno del 10% di pubblicita', continua a costare solo L.1500!

Stiamo parlando di "nuova CRONACA VERA", il becerissimo trash-splatter con l'immancabile ragazza scollacciata, in bianco e nero sulla copertina.

Nato, c'e' da supporre, come versione "di destra" del settimanale "ABC" oggi scomparso (di cui fu direttore pure Ruggero Orlando), che aveva identica copertina e impostazione, CRONACA VERA rimane un raro esempio di stampa rozzamente efficace, immutata nella sua formula originaria.

Gia' il titolo e' emblematico (richiama direttamente la Cronaca Nera) e aggressivo verso la generalita' dell'informazione che, ovviamente, si sottintende FALSA.

Inoltre suggerisce che, trattandosi di CRONACA VERA, e' roba per UOMINI..., come per altro conferma il sorriso della bella (ma, si noti bene, non impossibile) in copertina.

Va comunque osservato che se all'inizio delle pubblicazioni CRONACA VERA era indirizzata appunto ad un pubblico sostanzialmente maschile, oggi questo risulta essere assai diversificato, anche se forse con una non troppa elevata cultura; la leggono con fedelta' uomini e donne, giovani e anziani, persone sole e intere famiglie, nelle metropoli come in provincia e persino all'estero dove e' largamente diffusa tra gli emigrati.

Discorso analogo per quanto riguarda gli orientamenti politici dei lettori; nonostante che la matrice ideologica del giornale sia tuttora definibile come "populista di destra", vi si trovano indifferentemente lettere di leghisti, rifondati, cattolici, nobili decaduti, carabinieri, detenuti...

La sua formula editoriale e' semplicissima: ripescaggio di notizie piu' o meno truculente e torbide (pezzi forti: delitti passionali, drogati criminali, stupri e altre simili amenita'), "approfondite" con dettagli scabrosi, improbabili ricostruzioni a tinte forti e foto - rigidamente in bianco e nero - che esaltano la "veridicita'" del fattaccio fino a sconfinare nel lugubre.

Di contorno vengono inseriti alcuni episodi lacrimosi e qualche denuncia "sociale" (esempio: la famiglia costretta a vivere in una topaia, mentre i POLITICI se la spassano con AFFITTOPOLI), oltre a diverse rubriche di corrispondenza con i lettori (impareggiabile quella de "I misteri del sesso").

La prosa e' volutamente elementare, attentissima ad evitare ogni parola che possa suonare "intellettuale", ma il vero "capolavoro" sono i titoli di commento alle notizie; si tratta di espressioni banali che possiamo udire ogni giorno in un qualsiasi bar o su un qualsiasi autobus, come "Ma non ci si puo' proprio fidare di nessuno!", "Vai a fare del bene a certi disgraziati!", "Quando si dice che il sangue va in bollore..." (dal n.1203 del 27 settembre 1995).

In questo modo l'identificazione del lettore o della lettrice nelle pagine che ha davanti e' totale; realizzando un'osmosi sottoculturale spaventosa in cui il luogo comune, il pregiudizio e la violenza sono terribilmente NORMALI.

Eppure, nonostante la sua intrinseca negativita', CRONACA VERA ha il merito di MOSTRARCI uno spaccato di paese reale; reale come un incubo causato da una indigestione di fagioli con le cotiche.

Jean Rabe

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Dal Calendario 1996 di "Cronaca Vera" (in omaggio ai lettori sul n.1216 del 27/12/95)

LA FESTA DEL MESE

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- L'8 Marzo, Giornata internazionale della donna, si festeggia in Italia regalando a tutte le appartenenti al gentil sesso un rametto di mimosa. La data della festa e' stata fissata nel 1921, dopo che per circa un ventennio ciascun Paese era solito celebrare la ricorrenza in periodi diversi dell'anno.

- E' sicuramente il Primo Maggio la ricorrenza piu' conosciuta e celebrata, detta anche Festa del Lavoro. E' una delle pochissime, se non l'unica, ricordata contemporaneamente in ogni parte del mondo (fanno eccezione gli Stati Uniti, dove pure si verifico' nel 1886 l'episodio che tre anni piu' tardi le organizzazioni sindacali iniziarono a ricordare per onorare le vittime della bomba esplosa in Haymarket Square in Chicago.)

- Il Palio degli Asini si corre ad Alba (Cuneo) la prima domenica di ottobre. E' una tradizione recente (1932), anche se esiste un antico precedente, e la giostra venne organizzata per rispondere a un dispetto della vicina citta' di Asti (dove si corre un palio coi cavalli). Con questa celebrazione si apre un periodo di manifestazioni che hanno il loro culmine nella fiera nazionale del Tartufo, la piu' importante del mondo.

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autopsie

CRONACHE PATIBOLARI

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Cronaca Vera ha degli antenati illustri, ossia quella LETTERATURA DEL PATIBOLO che catturo' larghi settori popolari in Europa per almeno due secoli, dal '600 al '700. Vero fenomeno di massa, tale genere letterario oltre a contribuire all'alfabetizzazione delle classi subalterne europee, ha in qualche modo segnato la nascita di forme di comunicazione moderne quali il giornalismo e il romanzo.

Tutto fiori' all'ombra del patibolo. Ammonimento orrorifico dello Stato in Europa, dalla fine del '500 al '700 inoltrato, la condanna a morte eseguita in pubblico prevedeva rituali e scenografie in grado di suscitare emozioni durature nella folla convenuta. Il potere - non importa se aristocratico o rivoluzionario - si metteva in scena infatti davanti ad un pubblico di migliaia di persone; a Londra sotto la forca si radunarono in centomila per l'esecuzione di Jack Shepard, ladro e avventuriero, piu' volte evaso, narrato anche da Daniel De Foe.

La scena dell'esecuzione era sempre la stessa: folla, soldataglia, boia, tribune per gli abbienti, venditori di roba da mangiare o bere e una popolana che urlando metteva all'asta un foglio con le ultime parole scritte dal condannato.

La letteratura del patibolo che raccoglieva i misfatti e i pentimenti dei criminali si ispiro' proprio da quei fogli, aggiungendovi elementi di fantasia e toni moralistici, con l'appoggio dello Stato ben contento di "educare" la coscienza del popolino.

Ma se lo scopo principale delle pubbliche esecuzioni era la dissuasione dai reati contro l'ordine costituito - in particolare gli attentati contro la proprieta' privata - e se la funzione degli opuscoli era mostrare il pentimento finale del criminale, la trasgressione in realta' pervadeva pene capitali e racconto. Accadeva infatti che il condannato invece di pentirsi si scagliava contro i giudici, o che le storie scellerate lo facessero diventare un eroe negativo, simbolo della latente ribellione sociale.

Tale ambiguita' venne fatta propria in seguito, nell'800 francese, dalla cronaca nera e dal feuilleton. La difficolta' di distinguere la vita - la notizia - dall'opera di fantasia assieme alla fascinazione di certi personaggi "asociali" suscito' le proteste congiunte di settori contrastanti della societa': chiesa, borghesia, movimento socialista.

Mentre, dietro l'angolo, stavano per entrare in azione Rocambole, Fantomas e Arsenio Lupin.

J.R.

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autopsie

NE UCCIDE PIU' LA PENNA (D'OCA) CHE LA SPADA

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Non e' una pubblicazione che trovate in edicola e neppure in libreria, stiamo parlando di "Controrivoluzione" (sottotitolo "Organo ufficiale dell'anti 89", motto "Sub christi regis vexillix militare gloriamur") che dal 1989 viene spedito ad una ristretta (?) cerchia di professionisti.

Il suo aspetto grafico e' quello di un bollettino, formato A4, numero di pagine variabilissimo (da 4 a 60!) e con poche illustrazioni che, quando presenti, sono rigorosamente in bianco e nero.

Da questa sommaria descrizione potrebbe sembrare un bollettino curato da poveracci per poveracci ma, dando anche solo una rapida scorsa ad alcuni degli argomenti trattati, si puo' avere una idea piu' precisa della pubblicazione; da una analisi, assolutamente non sistematica, di alcune annate di "Controrivoluzione" abbiamo cercato di estrarre le sue tematiche ricorrenti, il segno del suo puro stile kitsch.

La religione. Di idee reazionarie (nel senso piu' antico del termine) troviamo invettive contro i "veggenti manipolati" di Medjugorje, le cui apparizioni vengono considerate poco meno che una truffa (cfr. n.6, 1990), la pubblicita' del "XXII Convegno tradizionalista" (cfr. supplemento al n.12/13, 1991) e un lungo saggio sulla "crisi della Chiesa negli Stati Uniti" (cfr. n.14/15, 1991).

La monarchia. Re e sovrani vengono serviti in tutte le salse: dall'elogio del Re del Belgio antiabortista (n. 6, cit.), al martirio del "piccolo Re Luigi XVII" (n.14/15, cit.), al saluto portato agli italiani da S.A.R. Emanuela di Borbone (cfr. n.23, 1993).

Ma, a nostro avviso, i "pezzi" forti della pubblicazione sono i commenti politici, le notizie brevi, le polemiche e gli appelli.

Curatori (e lettori?) di "Controrivoluzione" credono ancora alla leggenda urbana dei messaggi demoniaci inseriti (di solito registrati al contrario) in alcuni brani di musica rock, ed organizzano conferenze su "Rock'n Roll: violenza della coscienza per mezzo dei messaggi subliminali", "Giovani e musica rock: venature sataniche?" e via dicendo.

Si battono per la beatificazione del Commissario Luigi Calabresi: vedi la recensione inneggiante del libro scritto dalla moglie del commissario "finestra" e dal collaboratore della rivista Luciano Garibaldi; vedi l'articolo sulle condanne di Sofri & C. considerate troppo miti in quanto avrebbero dovuto pagare anche tutti quelli che firmarono il famoso appello contro l'assoluzione di Calabresi per l'omicidio Pinelli; vedi lĠeccezionale articolo del confessore del Commissario: "Calabresi: un nuovo santo?" nel quale il sacerdote spiega, tra l'altro, come rimproverasse al povero Luigi la sua eccessiva umanita' negli interrogatori (sic!). E ancora, la locandina della presentazione del libro di Marino con lĠintervento dello stato maggiore della rivista al completo.

Numerose sono le invettive contro gli "ex" di estrema sinistra riciclati, soprattutto il triste Paolo Liguori (che non si puo' negare sia un bersaglio trash) culminate con le fantastiche "Quattordici domande (senza risposta) di controrivoluzione ad un lobbista di Lotta Continua" (cfr. n.30/31,1994) dalle quali abbiamo tratto queste perle: "1) Nel '72, davanti ai cancelli di Mirafiori, a promettere il cappio alla famiglia Agnelli e ai suoi "servi"; oggi "servo" di Berlusconi ad uno stipendio di 30 milioni al mese netti, piu' quattordicesima e quindicesima: quanto pensi che durera'? [...] 4) Pensi, qualche volta che gli ex di Prima Linea potrebbero aspettarti sotto casa per darti un sacco di legnate? [...] 6) Hai mai notato, girandoti di scatto, negli occhi di tua madre (di tuo padre), un lampo di pentimento per averti messo al mondo? 7) Quando sei andato a intervistare in ginocchio Gianfranco Fini o hai scritto quell'articolo su di lui cosi' pieno di lusingata ammirazione, ti e' accaduto di sentirti, almeno per un istante, un pezzetto di materia fecale? [...] 12) Quando De Agnelletti ti ha affidato la direzione del "Corriere del Bobolo" hai dedicato almeno un mesto pensiero al compagno Zicchitella dei NAP?"

Mirabile l'esultazione, in latino, per la nomina di Irene Pivetti a Presidente della Camera e per l'elezione di Domenico Fisichella; notevole l'articolo sul '68, dove si scopre che gli unici residui di quegli anni sono l'orecchino degli uomini, l'ostentata trascuratezza nel vestire e "l'uso generalizzato (quasi l'imposizione), fra giovani e non piu' giovani, del tu, nonostante le differenze di rango e di estrazione sociale". Che orrore!

Davanti a tanto ben di Dio (e' proprio il caso di dirlo) ci spiace segnalare una nota trash, la presentazione di un redattore alle elezioni amministrative, regolarmente trombato, sicuramente a causa di un complotto rivoluzionario.

Pepsy

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RINNOVARSI O PERIRE

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"Rinnovamento" ("Organo dell'associazione politica Rinnovamento") e' un periodico che non trovate in edicola o in libreria, vi raggiunge solo in abbonamento, anche se non lo avete chiesto, specie se avete un titolo prima del nome. Stiamo parlando di un foglio formato A3 di 8-16 pagine a 3 colori (nero, blu, giallo) che esce sempre come "supplemento" (a se stesso) da quattro anni circa.

Ecco, da una disordinata lettura di alcuni numeri del giornale, qualche spunto di riflessione riguardante i temi trattati.

L'associazione e' legata ad un "gruppo economico poliedrico", la "CARISMA" SpA, sede a S. Ilario d'Enza (RE) e guidata da Rodolfo Marusi Guareschi che e' anche la principale firma che appare in fondo agli articoli del giornale. Il gruppo opera a diversi livelli economici sia nel settore della produzione che in quello della vendita e della finanza attraverso societa' satelliti di cui sarebbe troppo lungo fare l'elenco.

Nelle pagine del periodico trovano spazio sia articoli di politica generale che proposte del gruppo economico, tra queste ultime merita una citazione il "Sistema Stellar": "Il grado di incidenza dell'essere umano sulle situazioni oggettive e' dato da una formula matematica: R(P)=QET^2/G(I), dove: R(P) - Risultato al problema P; Q - Quoziente di intelligenza; E - Energia espressa; G(I) - Grado di difficolta' per acquisire l'informazione; T - Tempo dedicato." Questo sistema dovrebbe essere "capace di trasmettere informazioni, qualsiasi tipo di informazioni, in tempo reale, cioe' immediatamente dopo che l'informazione stessa viene richiesta". ("Rinnovamento", n.41, 31/8/92).

Dal punto di vista politico l'associazione ha le idee chiare in quanto e' per "Il rinnovamento sociale, civile, politico, economico e morale degli italiani ed una democrazia senza partiti", prevede il passaggio dalla "democrazia indiretta" alla "democrazia diretta, che puo' esprimersi in quattro fasi preliminari: -chi ha la vocazione per governare lo Stato lo dichiari spontaneamente" e quindi si presenti agli elettori con il suo programma, in tal modo, eliminata la mediazione dei partiti si arrivera' alla democrazia diretta (n.52, 10/9/92).

Purtroppo l'impegno dell'associazione non basta e cosi', il fondatore di "Rinnovamento" decide che, dopo aver speso due miliardi per inviare il suo giornale a milioni di persone che non hanno risposto ai suoi appelli (ne' acquistato azioni del "Sistema Stellar" supponiamo), e' giunto il momento di "autosospendersi": "Continuero' da solo a studiare, a pensare ed a lavorare. E quando saro' certo di agire nell'interesse della stragrande maggioranza della gente, cerchero' di averne la forza. (...) Quando lo vorrete, se si fara' ancora in tempo, io ci saro'." (n.76, 10/10/92).

Ma l'isolamento (dorato?) non dura tanto, il movimento si presenta alle elezioni, o almeno tenta, ma viene boicottato dai servizi segreti e dai partiti invidiosi, e, solo un anno e mezzo dopo ricompare presentando il suo programma massimo quello della costituzione della "Repubblica della Terra", intesa come pianeta (n.23, 2/7/94).

Da qualche tempo non abbiamo piu' notizie di "Rinnovamento" e le nostre serate sono piu' tristi.

Pepsy

N.B. Questo scritto e' stato redatto prima della comparsa delle due pagine su "la Repubblica" del 24/12/95.

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GOCCE

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Nello scorso numero di rAn si e' parlato della mitica Mano Nera; manco a dirlo alla fine di agosto '95 tale enigmatica sigla ha firmato minacciose e offensive lettere indirizzate a cittadini serbi residenti in Istria, con grande risalto sulla stampa internazionale.

Ennesima prova di quanta suggestione provochi, proprio perche' sconosciuta, ancora a distanza di un secolo.

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Piccolo spazio pubblicita'. "LA PECOROTERAPIA. Guarire con le forze di interazione bio-magnetica. Le applicazioni sono particolarmente indicate per AMMALATI e PRANOTERAPEUTI (wow, NdR) per ricaricarsi, naturalmente, di potenti energie GUARITRICI. Fornitura in tutta Italia, completa di corso tecnico gratuito. Per informazioni: Tel.0586/428330." (da "Il cercatrova", Anno II, n.30, 5 dicembre 1992).

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"Non tutti sanno che il "Commissario Cattani", a 22 anni, faceva davvero il poliziotto. Allora era l'agente Michele Placido. Anche lui nel '68 era in piazza durante i cortei e le manifestazioni, ma in divisa. Armato di manganello, un giorno, insegui' una studentessa romana. Ma Alessandra era troppo carina e non ebbe il coraggio di arrestarla. Cosi' fu lui a lasciare la Polizia e ad aderire al movimento studentesco. "Capii che era meglio schierarsi dalla parte della gente. Il mio impegno sociale, che poi ho trasferito nel cinema, nasce proprio quel giorno, durante quell'assurda caccia a dei ragazzi della mia stessa eta'"" (da "il venerdi' di repubblica", n.402, del 10/11/95). Grande!

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Abbiamo gia' segnalato il ritorno in edicola di una pubblicazione che ereditava la testata de "Il Male" e che non ci era sembrata un esperimento particolarmente riuscito. Purtroppo il triste episodio si e' ripetuto e, al momento, sono gia' tre i numeri usciti che stanno cercando di rovinare il nome del migliore giornale di satira degli anni '70. Sperando in una sua prossima fine, seppure indolore, invitiamo caldamente a non acquistarlo, ma magari a cercare le vecchie copie del giornale che dimostreranno, piu' di qualsiasi discorso, quanto sosteniamo.

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Dal numero di dicembre Ô95 de "Il Laureato", giornaletto della Lista Universitaria "Avanzi di Sinistra" (nomen omen) di Modena, segnaliamo un cialtronissimo riassuntino del terrorismo in Italia nel quale brilla lĠarticolo "Tutto comincio' proprio dallĠUniversita'" curato dal responsabile della redazione che, scommettiamo, fara' strada nel PdS.

Ecco qualche stralcio: "A Trento (...) ci sono anche Renato Curcio e Margherita Cogol [sic!]. A differenza della grande maggioranza, pero', loro non accettano tutta quella confusione, vogliono politica vera, seria. Si iscrivono al partito CINESE, comunista leninista dĠItalia [sic, sic!] (...) Da Trento Curcio e la Cogol, comunisti sposati in chiesa, insieme ad altri piu' interessati alle reali possibilita' di cambiamento, ma soprattutto perche' trovatisi in minoranza nel movimento studentesco trentino, si trasferiscono (...) Verso il 1968 nasce a Milano il Collettivo Politico Metropolitano costituito dai Trentini e dai Reggiani intorno ad un nucleo dellĠUniversita' cattolica e dellĠAutonomia Operaia (e' la summa del cattocomunismo)".

"Le BR che prima della loro formale costituzione avevano attinto alla manovalanza e al consenso studentesco passano alla difesa del propeltariato [errore non nostro, NdR], dellĠoperaio, del lavoratore sebbene mai sono stati occupati in prima persona in fabbrica."

Qualche anno fa (1989?) alcuni liceali intervistati dichiararono che la Strage di Piazza Fontana era stata opera delle Brigate Rosse, ebbene questa sopra e' la prova definitiva che non solo sono passati allĠesame di maturita', ma che si sono anche iscritti allĠUniversita'.

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autopsie

SVEGLIATEVI?

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Ha una tiratura media di 15.730.000 e si pubblica in ben 77 lingue, si tratta del settimanale SVEGLIATEVI! dei Testimoni di Geova e ben difficilmente c'e' ancora qualcuno che non lo conosce, ma e' comunque interessante e divertente "studiarlo".

La pubblicazione e' in funzione essenzialmente della letale quanto capillare opera di proselitismo compiuta dagli aderenti della setta che si vantano di aver dedicato solo nel 1995 qualcosa come 1.150.353.444 ore a "parlare ad altri del Regno di Dio", quindi si presenta in una veste adatta a tale scopo: formato maneggevole, molte immagini e fotografie a colori, corpo di stampa assai leggibile, contenuti assai semplici con notizole provenienti "dal mondo".

Il modello - non bisogna dimenticare che la setta ha origini negli Usa con sede centrale in Pennsylvania - si rifa' direttamente allo stile popolarissimo del "Reader's Digest" ("Selezione", nell'edizione italiana) che, non a caso, viene spesso citato su SVEGLIATEVI!

L'approccio con il lettore e' fondamentalmente "apocalittico"; infatti, per coinvolgere il potenziale seguace nella lettura biblica, i Testimoni di Geova partono con una rappresentazione catastrofica della realta' contemporanea. Il ritornello e' sempre lo stesso e di facile presa: il mondo e' caotico, cattivo e incomprensibile quindi... c'e' bisogno di ordine, di morale e di ragioni a buon mercato.

Da un esame di alcuni degli ultimi numeri risulta che la parole piu' ricorrenti sulle pagine di SVEGLIATEVI! sono:

VIOLENZA 42 volte; CRISI 30; DROGA 30; SANGUE 28; MORTE 24; TUMULTI, RIBELLIONI, DISORDINI 18; ALCOOLISMO 14; GUERRA 14; MASSACRI 10; DOLORE 10; VERGOGNA 10.

A puro titolo di curiosita' si puo' aggiungere che da tale ricerca e' risultato che un termine come CAPITALISMO e' citato 3 volte meno di PAROLACCE e che RIBELLIONE ha sempre un significato negativo.

Una buona parte di SVEGLIATEVI! e' inoltre dedicata a polemizzare con le altre religioni, siano queste quella Cattolica, quella Cristiano-ortodossa o quella Mormone tutte, invariabilmente, accusate di ipocrisia morale e di essere divise al loro interno.

Su un numero di qualche anno fa, SVEGLIATEVI! si occupo' pure di Anarchia, ritenuta cosa bella e giusta ma, guarda caso, impossibile perche' c'e' bisogno sempre di qualcuno che comandi. Come insegnano le Sacre Scritture.

Jean Rabe

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sintonie

GODZILLA CONTRO LO STATO OVVERO, LE CONFESSIONI DI UN MILITANTE GODZILLISTA

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TOKYO

Agosto 1994, Godzilla, sventolando la bandiera nera dell'anarchia, ha inscenato un assalto al Palazzo Imperiale ed al Sacrario Yasukuni. In passato le imprese di Godzilla sono state sempre state una grande notizia, questa volta i monopoli dei mezzi di comunicazione di massa internazionali hanno cinicamente ignorato questo piu' recente e piu' militante attacco di Godzilla.

L'attacco di Godzilla aveva come bersaglio due simboli prominenti del sistema imperiale giapponese e della sua eredita' militarista. Il Palazzo imperiale e' la maestosa residenza dell'imperatore localizzata nel cuore di Tokyo. Il Sacrario Yasukuni "onora" i Soldati giapponesi che sono morti in battaglia e glorifica la storia imperialista del Giappone. Il sacrario e' un luogo sacro della ideologia/mitologia ufficiale del sistema imperiale.

L'immagine di Godzilla in posa su Tokyo devastata si e' fissata nelle menti e sugli schermi televisivi di tutto il mondo come uno dei principali contributi giapponesi alla cultura mondiale. Meno noto, comunque, e' il fatto che nei suoi innumerevoli raid distruttivi su Tokyo, Godzilla il senza paura, e' stato vittima dei tabu' giapponesi riguardanti l'imperatore e l'ideologia del sistema imperiale. Il fatto e' che nei suoi quaranta anni di esistenza non una volta Godzilla ha messo piede nel Palazzo Imperiale o nel Sacrario Yasukuni. Almeno fino a ora.

Durante una dimostrazione contro il Sacrario Yasukuni, un autoproclamatosi "Militante Godzillista" indossando un travestimento da Godzilla ha inscenato un attacco al sacrario ed al Palazzo Imperiale. La dimostrazione, si e' svolta il giorno che ricorda la resa del Giappone nella Seconda Guerra Mondiale, ed e' stata organizzata dalla "Federazione dei Reietti" (Dama Ren) e dalla "Azione Unita dei Salariati" (Salaryman Kyoudo Koudou). L'attacco di Godzilla ha ricevuto alcuni cenni di acclamazione da parte degli altri partecipanti, ma e' stata prontamente dimenticata. L'articolo sotto e' la traduzione di un comunicato del Militante Godzillista, che cerca di spiegare scopi ed obiettivi della sua azione. Il comunicato e' originalmente ha apparso nei numeri 3/ 4/ 5 della giapponese "Anarchist Independent Review" (c/o AYC, POB 44, Oji, Kita-ku, Tokyo, JAPAN).

"SONO MORTO SUL SERIO"

A mezzogiorno del 15 agosto, 1994, Godzilla ha attaccato il Palazzo Imperiale ed il Sacrario Yasukuni. Purtroppo, questo era un Godzilla in scala piuttosto ridotta. E' stato incapace di soffiare fuoco radioattivo o produrre qualche danno materiale ai suoi obiettivi. Comunque, dopo una assenza durata quaranta anni, questo giorno ha segnato la ripresa dell'attacco di Godzilla al sistema imperiale, simboleggiato dal Palazzo Imperiale e dal Sacrario Yasukuni.

Suona molto impressionante quando lo descrivo cosi'. Ma, in realta', l'evento consisteva in me che giravo intorno in un costume da Godzilla sventolando una bandiera nera di fronte al sacrario.

Una delle ragioni di cio' era che mancava il timore riverenziale che ispira il costume stesso. Questo costume, rubato dal suo sostegno, proprieta' di un commerciante di birra Asahi, era troppo adorabile per essere considerato un vero costume da Godzilla. Infatti sembravo piu' simile un burattino dei "Sesame Street", tutto in verde con piccole pinne sulla schiena che si agitavano intorno. Forse avrei potuto somigliare a Godzilla per le persone che non avevano veduto molti dei suoi film..

Cosi' il costume non era gran che, ma eravamo nel mezzo dell'estate, ed era caldo come l'inferno. Malgrado tutti i miei sforzi per fare una dichiarazione politica radicale, ero raggiunto da offerte consolatorie dai passanti. Gente che veniva fino a me e mi diceva "lavori duro con questo caldo," il tutto ignorando gli altri partecipanti all'azione, che distribuivano volantini e cercavano di stimolare discussioni. Sembra che la mia bandiera nera sia stata scambiata come una bandiera funebre in onore dei soldati morti in guerra. E questo era stato preparato come un attacco di Godzilla contro il sistema imperiale!

Allora, puo' sembrare che sto facendo la parte dello sciocco qui. Ma non sbagliatevi, sono un morto serio. Perche' Godzilla dovrebbe marciare verso il Sacrario Yasukuni portando una bandiera nera, chiedete? Perche' verso il Palazzo Imperiale? Pensate che questa e' solo un'idea matta pensata da un anarchico travestito da Godzilla? Questa spiegazione puo' sembrare plausibile, ma la verita' e' molto piu' strana.

IL COMPITO INCOMPIUTO DI GODZILLA

Nel 1954, Godzilla ha fatto il suo esordio sul pianeta. Innumerevoli Godzilla, dopo di lui sono spuntati nei film, in televisione, nella radio, nei periodici, come pure sotto forma di giocattoli e pupazzi.

Il solo punto comune tra tutti questi era, oserei dire, nella "mostruosita'" che ha simboleggiato Godzilla. In altre parole, la vaga concezione popolare di quello che Godzilla e'.

La grandezza smisurata. La radiazione sgorgante dalle sue mascelle. Le scaglie sulla sua schiena che si illumina quando attacca. Il suo istinto a livellare qualsiasi cosa si trova sul suo cammino. Questi aspetti di Godzilla sono stati presentati nel primo film "Godzilla." nel 1954. Comunque, dietro tutto questo, c'era anche un "altro" Godzilla, quello che e' stato diluito nei film successivi. Ed era questo "altro" Godzilla che ha fatto la sua marcia incompiuta verso il Palazzo Imperiale ed il Sacrario Yasukuni nel film originale, ed lo stesso "altro" Godzilla ha fatto la sua marcia oggi.

Il primo Godzilla era indubbiamente un distruttore. Esso puo' essere chiamato una divinita' distruttrice. Esso venne attaccato violentemente, con aerei da caccia, con i cannoni dei carrarmati, con migliaia di volt di elettricita'. Era un sopravvissuto ad un test di una bomba ad idrogeno, dopo tutto. Ha un soffio di calore che potrebbe distruggere ogni cosa. E' passato sopra a tutto nella sua vita con la sua enorme mole.

Questo genere di bestia, o fenomeno, era gia' esistito prima. Esso e' stato visto durante le incursioni aeree sopra Tokyo verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, nove anni prima della nascita di "Godzilla." Come le incursioni aeree, gli attacchi di Godzilla su Tokyo hanno sempre luogo di notte. L'effetto di Godzilla somiglia alla strage che si vide a Tokyo dopo una delle incursioni. Naturalmente i produttori probabilmente non erano mai stati consapevoli del parallelo. Benche' i produttori e piu' tardi i critici hanno interpretato Godzilla in termini di sentimenti antinucleari, gli attacchi di Godzilla richiamano il terrore della guerra (in questo caso le incursioni aeree su Tokyo) piu' che qualche cosa d'altro.

Si puo' cominciare col chiedersi, perche' si faceva provenire Godzilla dai mari meridionali? Un critico ha scritto: "Subconsciamente la' si colloca il confronto tra due forze. Da una parte galleggiano gli spiriti senza pace degli innumerevoli soldati giovani morti nei mari meridionali verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. E, dall'altra, il comandante supremo di questo paese, l'imperatore, costretto a rinunciare alla sua divinita', e che ha perso per questo i poteri spirituali placare questi spiriti." Ed era per questa ragione, secondo questo critico, che Godzilla era incapace di mettere piede nel Palazzo Imperiale.

La mia prospettiva parte da questo punto guardandolo da un passo piu' lontano. C'e' un diretto parallelo tra le reazioni della gente a un attacco di Godzilla e le reazioni della gente agli orrori della Seconda Guerra Mondiale. E c'e' lo stagliarsi dell'ombra sinistra di Godzilla sullo schermo.

Godzilla, credo, e' una reincarnazione degli spiriti di tutti i giapponesi che sono morti per nulla nella guerra per il piacere dell'imperatore.

E cosi', questi spiriti della morte, in forma di Godzilla, si voltano verso Tokyo. Si dirigono verso la capitale, verso la casa dell'imperatore, per sistemare i conti con "il comandante supremo del paese."

Il fucile, che ha lacerato i loro corpi in guerra, e' ora spinto da questa incarnazione nuova. Godzilla viene a ricreare ed a rappresentare l'inferno infernale che ha bruciato, che ha sciolto e che ha schiacciato questi spiriti nell'orrore della guerra.

Nel film, Godzilla si aggira per Ginza, il piu' grande distretto commerciale dell'epoca, in un mare di fiamme, e distrugge la sede del governo. E ancora era incapace di mettere piede nel Palazzo Imperiale.

Naturalmente per i produttori, era il tabu' che circondava l'imperatore che li ha trattenuti da permettere a Godzilla di attaccare il Palazzo Imperiale. Se tracciamo una linea che segue il percorso dell'attacco in "Godzilla" possiamo vedere che disegna un arco ampio intorno il Palazzo imperiale. Cosi', sebbene giri per Tokyo distrutta, Godzilla il vendicatore ritorna nell'oceano senza avere adempiuto alla sua vendetta finale.

FUORI DAI CINEMA, NELLE STRADE

Godzilla e' abbattuto dal "Distruttore d'Ossigeno" (lui che ha poteri distruttivi che rivaleggiano con quelli della Bomba ad Idrogeno) progettato dall'unico personaggio del film che sopporta le cicatrici fisiche ed emozionali della guerra, il Professor Serizawa. Il professore, che continua la sua ricerca lontano da tutti, aveva paura che il suo distruttore d'ossigeno, proprio perche' cosi' potente, venisse preso dai politici come un sostituto della bomba all'idrogeno. Comunque, decide di usare l'ossigeno distruttore, convinto dagli appelli dei suoi amici e convinto che solo quello puo' arrestare Godzilla.

Il professore ha scoperto in Godzilla propria parte oscura, quella che aveva soppresso o fingeva di ignorare. Avendo perso ogni fede nell'umanita' e nella societa', il professore si suicida per distruggere per sempre il prodotto della sua ricerca. E cosi' scompare nell'oceano con Godzilla. Per il professore, Godzilla era una parte di se' che si materializzava, un altro io. Il professore, che ha creato un'arma rivaleggiante con la bomba all'idrogeno, poteva lui stesso diventare un Godzilla per vendicare le sue cicatrici di guerra. Ma con il suo suicidio, ha rinunciato a questa strada.

Nelle sue piu' tarde incarnazioni Godzilla perde il suo lato negativo, e, di conseguenza, non e' piu' necessario che venga distrutto. Alla fine, inevitabilmente, Godzilla e' arrivato gradualmente a ricoprire il ruolo di "buono", protettore della terra e difensore dello status quo della condizione sociale. E' per questo che Godzilla diventa una furia come un dio distruttivo senza ragione. Ma per quello che mi riguarda voglio vedere il ritorno di Godzilla le cui distruzioni hanno un scopo. E non nelle sale cinematografiche, ma nella vita reale.

E' da questi principi che un assalto al sistema imperiale ed allo stato saranno lanciati dai militanti godzillisti. Dite che non e' possibile? Bene, questo e' solo l'inizio.

(Tradotto dal periodico giapponese "Anarchist Independent Review")

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domino

APPUNTI SULL'IMMAGINARIO

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Uno stuzzicante articolo sulla comunicazione e' di recente apparso sul settimanale anarchico "Umanita' Nova", col titolo "L'IMMAGINARIO CONTRO IL POTERE" e recante la firma amica di Gianfranco Marelli.

Tale intervento ha gia' suscitato un commento del Comidad, sul bollettino omonimo, che ha colto l'occasione per mettere sotto tiro la contrapposizione vecchio/nuovo anche nel linguaggio.

Sulla questione si puo' aggiungere che forse i compagni del Comidad nel criticare il "situazionismo" di Gianfranco sono stati un po' troppo "severi".

Anche se e' del tutto condivisibile la loro osservazione su come "il Potere tenta di utilizzare il linguaggio come arma di discriminazione, non solo materiale ma anche morale", per me non esiste separazione tra ORDINE DEL DISCORSO e ORDINE SOCIALE; essi sono strettamente connessi - il linguaggio puo' essere definito quale un GRAFICO SOCIALE - per cui ben vengano i tentativi di scompaginare entrambi, tanto piu' che il linguaggio, invariabilmente uguale a se stesso, di questurini, burocrati e politici diviene quasi simbolo della sacra e intangibile immutabilita' del dominio. Infatti se il linguaggio degli anarchici, e dei sovversivi in genere, e' stato attraversato dalle esperienze futuriste, dada, surrealiste, situazioniste, non si puo' non constatare come un verbale attuale di polizia, anche se battuto al computer, sia pressoche' identico a quelli di un secolo fa, per forma e per ideologia.

Gianfranco da parte sua si sofferma sul concetto - alquanto in voga nell'area libertaria - di VISIBILITA', sottolineando criticamente come "non cio' che e' reale appare, ma cio' che appare e' reale."

Questa considerazione, sostanzialmente veritiera ma basata sul presunto dominio dell'IMMAGINE, non tiene abbastanza conto - a parere del sottoscritto - del ruolo della PAROLA anche nell'informazione televisiva, dove e' supporto essenziale all'APPARENZA.

Faccio un esempio. Assai di frequente nei TG, in occasione di raduni e violenze dei nazi in Germania, e' possibile vedere le dimostrazioni antifasciste che li contrastano sul piano dell'azione diretta, organizzate da autonomen, anarchici, punk, etc. Tale realta' rimane comunque "invisibile" perche' non c'e' mai un commento, in voce, che l'ammetta; cosi' chi non e' ingrado di leggere autonomamente quelle immagini, non ha la possibilita' di comprendere quali sono i protagonisti di tale conflitto e puo' persino essere indotto a pensare che quelli (i compagni, gli antirazzisti) che si scontrano con la polizia sono i nazi di cui sta parlando il democratico COMMENTATORE, giungendo magari alla conclusione fantapolitica che i poliziotti si oppongono al fascismo.

In tal modo la mistificazione non passa piu' per la rimozione, la censura, l'occultamento, ma attraverso il visibile, il troppo visibile, che rende ogni frammento di realta' del tutto solubile nell'informazione mediata.

Gianfranco ripete inoltre "fino alla noia" che: il problema della comunicazione non risiede tanto nel MODO in cui si comunica, quanto piuttosto in COSA si comunica. Convinzione questa piu' che sottoscrivibile, ma a condizione che quel COSA comprenda pure il MODO.

Un esempio banale: se uso un tono arrogante comunico aggressivita' anche se le mie parole vogliono essere concilianti. In altre parole, la FORMA del comunicare NON puo' NON essere considerata parte integrante del COMUNICARE stesso.

Cosi' dovrebbe essere nella comunicazione antiautoritaria.

E' importante manifestarsi radicalmente ALTRO come dice Gianfranco (ma aggiungerei pure FUORI), senza ricalcare i cliche' dell'informazione del potere o della propaganda della merce, che, tra l'altro, appare alquanto in declino al punto che il discorso dei pubblicitari e' sempre piu' ad uso e consumo esclusivamente dei pubblicitari stessi.

E questo non per sembrare ad ogni costo "nuovi" o per conformarsi alle "ultime tendenze"; ma come sforzo di ricerca per adeguare MEZZI e FINI rivoluzionari anche nel comunicare.

"Il genietto malizioso del linguaggio consiste nel farsi oggetto, laddove ci si attende un soggetto e un senso."
(J. Baudrillard)

Jean Rabe

Riferimenti:
- Umanita' Nova del 4/6/95
- Bollettino Comidad n.90 (c/o Vincenzo Italiano, CP 391, 80110 Napoli)

Letture suggestive:
- J. Baudrillard, LĠaltro visto da se', Costa & Nolan.
- M. McLuhan e Q. Fiore, Il Medium e' il Massaggio, Feltrinelli.
- B. Ballardini, La morte della Pubblicita', Castelvecchi, 1995.

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